Il Centro di Solidarietà di Rho è un’associazione libera, apartitica e democratica e non ha fini di lucro ma persegue finalità di solidarietà sociale. Suo scopo primario è essere strumento di presenza sociale e culturale per la realizzazione di una autentica solidarietà sociale con particolare riguardo alle famiglie ed alla loro funzione educativa nei riguardi dei figli, ai lavoratori ed alle persone che si affacciano sul mercato del lavoro e, più in generale, a tutte le forme di povertà e di bisogno, con ciò operando forme di carità che si ispirano alla Dottrina sociale della Chiesa.
Il nostro scopo è la costruzione di una presenza nel mondo in grado di implicarsi con il bisogno incontrato. Per questo motivo il Centro di Solidarietà di Rho dialoga e valorizza chiunque desideri aiutare per essere vicino in modo concreto a chi è in difficoltà.
Nostro costante riferimento è la rete della Federazione Centri di Solidarietà che, negli ultimi anni, ha assunto una consistenza sempre più rilevante ampliando gli ambiti di azione: dalla creazione di luoghi ricreativi e culturali per i giovani e le famiglie agli interventi per offrire sostegno e aiuto alle persone e alle famiglie in difficoltà.
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A questa opera di carità possono partecipare tutti dedicando una parte del loro tempo libero, secondo differenti modalità.
Chi era Maria Murgida
Maria Murgida in Crivellari è nata a Olivadi (Cz) il 4 febbraio 1936. Maria ha avuto un cuore grande: per il suo amatissimo Luciano, per i numerosi figli, per i suoi vicini e per tutti coloro che l’hanno conosciuta.
Nel corso della sua vita ha conosciuto fatiche e privazioni, povertà e malattie, insieme alla perdita dei suoi amatissimi figli Maurizio e Annalisa. Si è spenta il 10 agosto 2006, dopo un improvviso aggravamento di una malattia che la preoccupava da diverso tempo.
Un’esperienza fondamentale di educazione alla carità quale il Banco di Solidarietà di Rho ha visto il contributo determinante di Maria. Fin dall’inizio degli anni Settanta ha vissuto con semplicità e decisione l’esperienza del movimento di Comunione e Liberazione, coinvolgendosi personalmente nella proposta di caritativa del quartiere San Giuseppe di Rho. È sempre stata per tutti una testimonianza della dimensione profondamente umana della fede cristiana.
Pochi giorni prima di morire, facendo gli auguri di compleanno ad un’amica, scriveva: «Tu sei grande Signore. Eppure nulla trascuri della mia piccolezza: non un gesto di offerta, non un soffio della mia preghiera. Prendimi per mano e guidami alla meta del mio cammino». E Gesù, vedendo che Maria era pronta con la lucerna accesa, proprio come raccontava il Vangelo della liturgia del suo funerale, l’ha presa per mano, fino alla meta del suo cammino.
Grazie, Maria.
Chi era Marco Martini
Marco Martini, nato a Rho il 21 marzo 1944, si è laureato in Scienze politiche presso l’Università cattolica del Sacro Cuore nel 1968. Nel 1986 diventa professore ordinario di Statistica economica presso l’Università statale di Milano. Nel 1999 diventa preside della Facoltà di Scienze statistiche di Milano Bicocca.
La sua attività di ricerca si è svolta in diversi campi della statistica economica. In gran parte dobbiamo anche a lui l’attuale concezione del mercato del lavoro: la necessità di un sistema ricco di informazioni in cui domanda e offerta si incontrano attraverso il supporto di reti informative e banche dati interattive, l’utilità del lavoro part-time e interinale, sono concetti da lui sostenuti prima che si affermassero oggi come fondamenti ineludibili della nostra società. Analogamente, a lui si deve la definizione di non profit come impresa sociale che non distribuisce utili, a cui tutta la contabilità nazionale e la pubblicistica fa oggi riferimento. Nella sua molteplice attività presso la Regione Lombardia e la Comunità Europea, tali intuizioni sono divenute anche strumenti operativi a servizio della società economica e politica.
Marco Martini si è spento il 4 ottobre 2002 dopo una grave malattia.
Una realizzazione fondamentale nella nostra storia quali i Centri di Solidarietà ha avuto il contributo determinante di Marco. Fin dagli anni Sessanta ha vissuto con passione e decisione l’esperienza del movimento di Comunione e Liberazione. Raggiunto dal suo male nel gennaio 2002 fu costretto quasi sempre a casa. Accompagnato da alcuni amici, dai suoi figli Rachele, Tommaso, Mattia («splendidi e dignitosi anche nel dolore più profondo come nella vita tutta»), da Roberta (che con la sua disponibilità e intelligenza sostiene l’attuale esperienza di Portofranco), da sua mamma, Marco ha offerto la sua sofferenza, la sua stessa vita ai suoi figli, a don Luigi Giussani e al movimento «che per me sono la stessa cosa».
Grazie, Marco.