Anche quest’anno non è stato possibile svolgere il pellegrinaggio con la tradizionale presenza di tutti coloro che avrebbero voluto pregare la Madonna, camminando insieme da Corbetta a Rho. Il perdurare della pandemia ci ha imposto ancora un atteggiamento prudente.
Le modalità di svolgimento sono state le stesse dell’edizione precedente: la consegna della croce a 12 pellegrini nel santuario di Corbetta alle ore 17 e il successivo loro cammino fino al santuario dell’Addolorata di Rho dove erano ad attenderli il vescovo Luca Raimondi con più di 400 fedeli che hanno riempito la chiesa e il piazzale adiacente per la celebrazione della Santa Messa.
Quest’anno, non possiamo nascondercelo, siamo partiti tutti con il nostro carico di stanchezza, di preoccupazione, perché no?, di sfiducia. Un intero anno passato in un’inoperosità forzata o in un continuo “dai e vai” di aperture e chiusure di scuole, oratori, luoghi di ritrovo, la preoccupazione per il futuro lavorativo di molti, la persistenza stessa del virus nella forma ancora più subdola delle varianti, tutto ciò ha lasciato il segno. Sorge allora, inevitabile, una domanda, soprattutto se consideriamo che nel nostro pellegrinaggio affidiamo alla Madonna l’anno sociale, lavorativo, pastorale che inizia proprio in questi giorni: in chi/che cosa riponiamo la speranza che ogni nuovo inizio (d’anno o di giornata) risponda davvero al desiderio del nostro cuore?
È ormai chiaro a tutti che la speranza, per non ridursi ad un ottimismo ingenuo e illusorio (Andrà tutto bene!) deve poggiarsi su un positivo già in atto. Nessuno di noi può ragionevolmente sperare di fronte alle fatiche e ai drammi della vita, se non fa esperienza di un bene più grande!
Cosa può permetterci di affrontare le circostanze spesso avverse con una incrollabile fiducia nella bontà ultima della realtà se non la fede? Cioè il riconoscimento che Cristo, vivo e presente tra noi, opera e dirige le nostre povere vite verso un destino buono che solo Lui conosce?
Le cinque testimonianze offerte quest’anno alla meditazione di ogni pellegrino intendono documentare proprio questa positività presente, capace di trasfigurare i nostri limiti e la fatica del vivere. Per questo la Madonna è, come abbiamo voluto sottolineare quest’anno, “fontana vivace di speranza”, perché con il suo “Sì” ripetuto ogni giorno rende possibile che accada quotidianamente per ciascuno di noi l’incontro con Gesù, fondamento della nostra speranza.
Le foto più belle della giornata
Clicca sulle immagini per ingrandirle. Un ringraziamento speciale all’autore Giulio Gadia.